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10 gennaio 2022 | NEWS

Rotabili storici: l'evoluzione dei materiali da costruzione

L’evoluzione dei veicoli viaggiatori è caratterizzata anche dall’utilizzo di svariati materiali. Vennero infatti sperimentati e impiegati, nel periodo fra gli anni ’20 e gli anni ’80, sia per le parti strutturali che per gli arredi, materiali di varia natura, alcuni dei quali oggi appaiono senz’altro curiosi o oramai dimenticati.

Un ruolo importante è stato svolto dal legno, in particolare le essenze robuste come il tek, che fino all’entrata in servizio delle carrozze “tipo 1921” con cassa interamente in acciaio, era utilizzato per la costruzione dell’ossatura delle pareti laterali e del tetto, in gergo “imperiale”. Su questo telaio venivano poi applicate le lamiere delle fiancate. L’imperiale era invece rivestito con la tela Olona, una tela grezza con trama molto fitta, imbevuta con olio di lino per renderla impermeabile. Il suo nome deriva dal fiume Olona, nella zona di Varese, lungo il quale si trovavano le tessiture dove pare fu realizzata per la prima volta.

Degno di nota, per la costruzione della struttura portante dei veicoli, è l’impiego a titolo sperimentale dell’acciaio inox, adottato per la prima volta nel 1938 dalla Piaggio di Genova per la realizzazione di due composizioni composte da una vettura di 1^ classe, due vetture di 2^ e un bagagliaio-posta. Lo scopo era testare un nuovo materiale associato a nuove tecniche di costruzione, che prevedevano tra l’altro per la prima volta il largo impiego della saldatura, per ottenere veicoli robusti e leggeri rispetto a quelli costruiti con criteri tradizionali riducendo così, in pieno periodo autarchico, l’utilizzo di materiale ferroso. L’ultimo esemplare rimasto di questo gruppo di veicoli, il bagagliaio-posta DUz 93000, è preservato dalla Fondazione FS presso la Squadra Rialzo di Milano C.le.

Nel campo dell’arredamento la scelta dei materiali associava la necessità di robustezza, affidabilità e durevolezza all’estetica, in modo da garantire ai viaggiatori un ambiente che rendesse il più possibile comodo e gradevole il viaggio e di facile pulizia e manutenzione. Con le carrozze “tipo 1921” in 1^ classe trovava largo impiego il bronzo per la realizzazione degli accessori quali lampadari, maniglie, serrature e bagagliere e il velluto, in tinta rossa o verde, per il rivestimento delle sedute, in genere imbottite con crine di cavallo. Nelle carrozze di 2^ e 3^ classe l’arredo era più semplice ed economico, pur mantenendo le caratteristiche di robustezza e praticità. Il bronzo era sostituito dall’alluminio e dalla bachelite, antesignana della plastica, utilizzata ad esempio per le basi dei lampadari, per gli interruttori dell’illuminazione e per le cornici dei quadretti porta-avvisi. Per le sedute di 2^ classe veniva adottato il velluto sintetico in tinta “bigio e caffè”. Con l’introduzione delle carrozze “tipo 1937” anche la 3^ classe adotterà i sedili imbottiti in luogo dei sedili in legno. Anche per questi verrà utilizzato il velluto sintetico, con un inedito disegno “tigrato”, per le sedute e gli schienali. I poggiatesta invece vennero realizzati in pegamoide, un materiale che imita il cuoio, ottenuto applicando su una base di tela o carta una miscela di sostanze varie, fra cui la nitrocellulosa e l’olio di ricino. La pegamoide verrà anche largamente impiegata per il rivestimento delle pareti interne delle vetture.

Con le carrozze “tipo 1959” cominciò la diffusione delle leghe leggere anodizzate, utilizzate non solo per le finiture d’arredo come bagagliere, maniglie e posacenere ma anche per i telai dei finestrini. Con le carrozze tipo UIC-X la lega leggera anodizzata, caratterizzata in questo caso da una tinta color oro, verrà utilizzata anche per elementi funzionali come le ante delle porte di salita, realizzate in scatolato di alluminio robusto e leggero. Per l’allestimento delle pareti interne troverà largo impiego il laminato di fòrmica in svariate fantasie, resistente e antigraffio. Se per le sedute delle carrozze di 1^ classe continuerà ad essere utilizzato il velluto fino alla fine degli anni ’80, nelle carrozze di 2^ classe verrà adottato lo skai, un materiale che imita la pelle, realizzato con resine poliviniliche stratificate su tessuto, famoso per la scarsa traspirabilità soprattutto nel periodo estivo.

I materiali tessili trovano impiego non solo nell’arredo ma anche per alcune componenti meccaniche delle carrozze, come ad esempio le boccole; i guancialetti, che garantiscono la lubrificazione delle boccole a strisciamento, sono realizzati in lana mentre gli otturatori, che costituiscono la parte posteriore della custodia della boccola a strisciamento, sono realizzati in feltro.