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FOCUS TEMATICI

La Ferrovia Napoli-Caserta-Capua e l’antica origine della stazione di Caserta: un affascinante viaggio negli Archivi della Fondazione FS Italiane

"Caserta è là: veggonsi le superbe anticaglie della Campagna felice, che nobil contrasto fanno colle moderne opere, la Reggia, il bosco, l’acquedotto, la cascata, i quartieri, la duplice stazione in nobile padiglione da campagna, i molini a vapore, e mille e mille altre opere che spingonti o nella remota antichità, o ti rendono a parte del mondo moderno."

                           Da: L. Lancellotti, Sulla Regia Strada ferrata Capuana, Napoli 1843.

La ferrovia Napoli-Caserta fu inaugurata nel dicembre 1843, a pochi anni dall’apertura della linea Napoli-Portici (1839). Per la realizzazione del nuovo progetto Ferdinando II di Borbone incaricò l’ingegnere e capitano del Genio Militare, Clemente Fonseca (1797-1865). La linea, che metteva in comunicazione la capitale del Regno con la Reggia borbonica di Caserta, fu poi prolungata per ragioni militari fino a Capua (1844), importante piazzaforte per la difesa del Regno.

La cerimonia di inaugurazione della linea fu dipinta nel 1845 da Salvatore Fergola in una celebre tela conservata presso la Reggia di Caserta. Nel dipinto si vede una scenografica rappresentazione della partenza del treno inaugurale e sullo sfondo l’antica stazione di Napoli situata nel quartiere di Sant’Anna alle Paludi vicino Porta Nolana.

Se la Napoli-Portici, dirigendosi verso Salerno, aveva indicato uno sviluppo delle strade ferrate del Regno verso meridione, con la realizzazione della Napoli-Caserta-Capua si delineava una direttrice verso il nord che raggiungeva i confini settentrionali delle Due Sicilie imprimendo uno sviluppo nord-sud che non sarà privo di conseguenze per la successiva storia delle ferrovie italiane.    

Nel realizzare la linea Fonseca progettò anche le opere civili (ponti e viadotti) e le stazioni, tra cui quella finale, situata proprio di fronte al grande viale di accesso alla Reggia. Una posizione eccezionale che consentiva al re, alla famiglia reale e al seguito di scendere dal treno e raggiungere il solenne edificio in una cornice scenografica suggestiva.

In un altro dipinto del Fergola, dedicato al torneo cavalleresco che ogni anno si teneva nei giardini della Reggia, si intravede sullo sfondo il treno che arriva nei pressi di due padiglioni ottagonali. Erano gli edifici realizzati dal Fonseca come stazione di arrivo, con una ispirazione vanvitelliana che era in aperta continuità con le architetture della Reggia. Oggi quegli edifici non ci sono più e la stazione di Caserta appare come un fabbricato dalle moderne forme razionali, tipiche delle architetture ferroviarie degli anni ’40 e ’50 del Novecento.

Ma che fine hanno fatto gli antichi edifici borbonici? Una domanda che ci ha condotto ad affrontare alcune ricerche d’archivio e a ricostruire l’affascinante storia della stazione nell’800 e nel secolo successivo, quando intervennero le distruzioni della guerra e, infine, la definitiva ricostruzione del 1950.

Se in alcuni antichi disegni l’aspetto dei primi edifici borbonici della stazione di Caserta mostrava la presenza dei due eleganti padiglioni ottagonali, alcuni documenti dei primi decenni del Novecento conservati nei nostri Archivi registravano, invece, la presenza di un edificio diverso, più articolato e moderno. Un manoscritto conservato nella nostra Biblioteca ci ha consentito di datare l’edificio al 1880. Una nuova stazione quindi, costruita dalla Società Strade Ferrate Romane nella seconda metà dell’800 per sostituire i vecchi padiglioni borbonici, divenuti ormai insufficienti a far fronte alla crescita del traffico ferroviario. Il fabbricato rimase in servizio sino al 1944 quando fu distrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Alla fine della guerra le FS realizzarono un nuovo edificio in forme moderne, progettato dall’architetto delle FS Paolo Perilli. Il progetto, di cui si conservano i disegni nell’Archivio Architettura della Fondazione FS, come per molte altre stazioni dell’epoca della ricostruzione, privilegiò una soluzione sobria e razionale con un impianto semi-simmetrico dei volumi, articolati su un corpo maggiore centrale e due terminali, di cui uno destinato agli alloggi per il personale ferroviario.

Perilli però non si dimenticò del tutto dei vecchi padiglioni del Fonseca e, quasi a voler realizzare un estremo omaggio a questa antica storia della stazione, disegnò nel giardino un’aiuola ottagonale il cui perimetro ricordava proprio la pianta di uno dei due antichi padiglioni borbonici.

Note

L’intero articolo La storia della Stazione di Caserta attraverso i documenti inediti dell'archivio della Fondazione FS Italiane è stato pubblicato nel numero di marzo 2021 della rivista “La Tecnica Professionale”, all’interno della rubrica Dagli Archivi della Fondazione FS Italiane. Contributi storici e temi di vita ferroviaria.

L’Archivio Architettura è consultabile sul portale www.archiviofondazionefs.it